1 G. Musca, Il secolo XI in Storia di Puglia. Vol. I,
Antichità e Medioevo, Mario Adda Editore, Bari 1979, pagg. 221 e 222.
2 J. Martin, Le chartes de Troia
(1204-1266) in "Codice Diplomatico Pugliese" XXI 1976, docum. 35 pagg. 147 e
148.
3 P. Corsi, Appunti per la storia dl una città:
Foggia dalle origini all'età di Federico II in Foggia medievale, a cura di M.S.
Calò Mariani, Banco dei Monte di Foggia, Claudio Grenzi Editore, Foggia 1997, pagg. 13 e
14.
4 A. Haseloff, Architettura sveva nell'Italia
meridionale. Vol. (Die Bauten der Hohenstaufen in Unteriitalien, Leipzig 1920) prefazione
e a cura di M.S. Calò Mariani, traduzione di L BIbbò. Adda Editore, Bari 1992, pag. 67.
5 F. Porsia, una città senza mura. Dagli Svevi
agli Aragonesi, in Storia di Foggia in età moderna, a cura di Saverio Russo. Banca del
Monte di Foggia, Foggia 1992, pag. 13 Nota 1.
6 Martin, cit., pagg. 57-60.
7 Porsia, cit., pag. 14
8 Corsi, cit., pagg. 21-23
9 Porsia, cit., pag. 16.
10 Ibidem.
11 Idem, pag. 17.
12 J.M. Martin, Pouvoir, geographie de l'habitat et topographie, urbaine en pouille sous le regne de Fredrique II in "Archivio storico pugliese" (d'ora in poi A. S. P.), XXXVIII 1985, pag. 67.
13 J.M. Martin - E.Cuozzo, Federico II. Le tre capitali del regno. Palermo Foggia Napoli, Procaccini, Napoli 1995, pag.42
14 All impegno di Crociato adempirà nel 1228, quando porterà le sue
milizie in Terrasanta per la VI Crociata. Nel frattempo si prodigò per
un più ordinato assetto dei territori meridionali che dalla morte di
Guglielmo II erano ripiombati nell' anarchia.
15 M. S. Calò Mariani, Utilità e diletto. L' acqua e le
residenze regie dell'Italia Meridionale fra XII e XIII secolo in Melanges de
l'Ecole francaise de Rome, MEFRM, Tome l04, 1992, 2, pag .363
16 R. Russo, Cronaca della vita di un imperatore e della sua
discendenza, edizione Rotas, Barletta 1994, pag. 84. "Puer Apuliae era
il nome con cui le città settentrionali indicavano sarcasticamente l'imperatore svevo.
Specie in età adullta egli accettava benievolente tale denominazione, testimonianza dell'
'affettuoso legame che Federico aveva per la Puglia" e "Ragazzo del Sud"
traduce argutamente Ludovico Gatto in occasione della presentazione del libro di
Renato Russo (v. sopra) all'Auditorium della Biblioteca Prov.le di Foggia nel Maggio del
'95.
17 Cfr. M. Bellucci, Il palazzo Imperiale di Foggia, in
A.S.P., IV 1951, pagg. 127-131, e P. Cafaro, Memorie sveve di Puglia, Bari 1965, pag. 52.
18 M.S. Calò Mariani, Utilità e diletto. L'acqua e... cit.,
pag. 370.
19 Idem, pagg. 333-337.
20 La pittura descritta, eseguita da chi scrive,
è una rappresentazione ideale della residenza sveva di Foggia, e come tale va
vista. La disposizione dei particolari (statue, fontane ecc.) non trova
riscontro nelle fonti che al riguardo non danno alcuna indicazione.
21 C. PERIFANO, Cenni storici su la origine della città di Foggia,
Tip. G. Russo, Foggia 1831. pag. 68.
22 F. VILLANI, Foggia al tempo degli Hohenstaufen e degli Angioini,
V. Vecchi editore, Trani 1894, pag. 103.
23 C. Villani, Foggia nella storia, in
"Raccolta di studi toggiani . pubblicata a cura del Comune, Foggia 1930, VoI. III.
pag. 30.
24 B Biagi, Foggia imperiale, in
"Raccolta di studi foggiani" Foggia 1933, VoI. VII, pag. 190.
25 Nota 21.
26 M. Fraccacreta, Teatro topografico storico poetico della
Capitanata, Napoli 1834, Tomo III, pag. 103.
27 Cfr. M.S. MARIANI, Archeologia, storia e storia dell'arte
medievale in Capitanata, Mario Adda Editore, Bari 1992, pag. XLI, prefazione in
Haseloff cit.
28 Cfr. Bellucci, cit., pag. 125.
29 Emile Bertaux distingue le costruzioni federiciane in
tre gruppi susseguentisi. ognuno con predominanze stilistiche proprie. Nel primo gruppo,
che riguarda il periodo 1220-1233, rientrano in particolare i castelli di Bari, Brindisi,
Trani e il Palazzo di Foggia. Trani e il Palazzo di Foggia. Tali monumenti si
realizzarono sotto l'influsso del rornanico pugliese (ne è conferma il nome dei lapicidi
interessati: Romualdo da Bari, Melis da Stigliano, Stefano da Trani e Bartolomeo
Protomagister). Il secondo gruppo "di transizione al gotico" comprende il
castello di Gioia del Colle, il mastio di Lucera e la Porta di Capua. Il terzo gruppo
infine, "gotico" pieno, comprende i castelli di Sicilia, Castel del Monte ed il
castello di Lagopesole; v. E. Bertaux, L'Art, dans l'Italie meridionale, Paris 1903
(ristampa anastatica Paris-Rome 1968) Tomo II, pagg. 699-752.
30 R. De Vita, Castelli di Puglia in Castelli,
torri ed opere fortificate di Puglia,a cura di R. De Vita, Editoriale Adda, Bari
1974, pagg. 137 e 138.
31 Idem, pagg. 83-89.
32 È un disegno facente parte di una
raccolta relativo a città pugliesi, conservato presso la Biblioteca Angelica di Roma. Il
disegno è collocato fra il 1583-84, epoca in cui il frate agostiniano viaggiò in Puglia;
v. G. De Troia, Piante e vedute della Puglia cinquecentesca, Fasano 1988, pagg
.34 e 35.
33 Cfr. C. De Leo, Il palazzo di
Federico II di Svevia a Foggia, Foggia 1990, pagg. 50 e 51.
34 Pietrantonio Rosso da Mnfredonia, Ristretto della città
di Troia e sua diocesi dall' origine delle medesime al 1584, a cura di Nicola Beccia,
Trani 1907, pag. 109.
35 Perifano, cit., pag. 112.
36 Attualmente la lastra cinquecentesca si trova all'interno del
fornice centrale di Porta Grande rivlta verso l'esterno. La posizione
confermerebbe le notizie delle sovrapposizioni murarie avvenute sulla porta
medievale della città, il cui allineamento esterno di origine potrebbe
corrispondere alla posizione della lapide in questione. Tali modifiche sarebbero avvenute
nel 1826, (Biagi, cit. pag.187). Gli archi laterali di Porta Grande sono opere recenti
eseguite dopo la prima guerra mondiale. Si vedano il
disegno del Clerget (1877) in F. Ciccarelli, La costruzionedella città,
in Storia di Foggia in età..., cit., pag. 245, fig. 14, e la foto d'inizio secolo in
A. Ventura, I luoghi del lavoro e della vita quotidiana, in Storia di Foggia
..., cit., pag. 260, tav. 3.
37 Cfr. U. Iarussi, Foggia. Genesi urbanistica, vicende storiche e
carattere della città, Editoriale Adda. Bari 1975. pag. 84.
38 E. MOTTA, I terremoti di Napoli negli anni 1456 e 1466, in
"Archivio Storico per le Province Napoletane"(d'ora in poi A.S.P.N.), XII
(1887), pag. 152.
39 Marcalli, Ragguaglio del terremoto successo in Puglia a' 30 luglio
1627 in A.S.P.N ., XXII ( l897), pagg. 119-123. Ved. anche G A. Foglia Historico
discorso del gran terremoto successo nel Regno di Napoli, nella provincia di
Capitanata di Puglia, Napoli 1627, pag. 17.
40 Don Pasquale Manerba, Memorie sulla origine della città di Foggia e
sua maggiore chiesa, Napoli 1798, pagg. 47-70, in particol. 47-48.
41 L'onere della ricostruzione e della ripresa prodottiva è caduta quasi
esclusivamente sugli abitanti della città; cfr. A. Ventura, L'Immagine della città,
in Storia di Foggia..., cit.. pag. 82. Dopo il terremoto del 1731 i Foggiani non
erano nello stato d'animo, nè nelle condizioni finanziarie, di interessarsi al recupero
di monumenti medievali posti all'interno della Cattedrale danneggiati dal rovinoso crollo
dei muri; cfr. B. Biagi, Cenni illustratìvi sul manoscritto delle Memorie
per la città di Foggia di G. Calvanese, in Raccolta di studi foggiani",
Foggia 1931, Vol. V, pag. 38.
42 Quest'altra veduta di Foggia fa parte di una
notevole raccolta di disegni che comprende 174 illustrazioni di città dell'Italia
meridionale redatto da F. C. de Silva per il vicerè di Napoli (Il Regno di Napoli
Anatomnizzato,1708) cfr. A.Ventura, L'immagine...cit.. pag. 89.
43 Nota 32, Fig. 12.
44 Ventura, L'immagine..., cit., pag. 89, Tav. 9. Cfr. anche
Ciccarelli, cit., pag. 249.
45 "Pro festo predicto, ut palacium nostrum Fogie preparari
faciat optime, et in eo similiter fieri faciat logias honorabiles et decentes pro
celebrando festo nupciarum", F. Carabellese, Carlo d’Angiò nei rapporti
politici e commerciali con Venezia e l’Oriente, Bari 1911. pag. 11.
46 Nel 1282 vi sono notizie riguardanti l’allestimento di
tendaggi: v. P. Egidi in A.S.P.N. XXXVI (1911), pagg. 692 e 693.
47 La lapide cinquecentesca, oltre al testo integrale delle
epigrafe federiciana, riporta: "Ne titulu in Reg. Palatio exaratu vetustas
absumeret M.D.XXXXIII Fog.R.P. hinstauravit" ("Perchè l’antichità
non la distruggesse, dissotterrata l’iscrizione nel Real Palazzo, l’anno 1543,
Foggia in perenne ricordo restaurò; cfr. BIAGI. Foggia imperiale, cit., pag.
186.
48 La rovina della reggia foggiana è avvenuta
gradualmente già dai secoli precedenti quando, dalla caduta degli Svevi, la città perse
fatalmente l'importante ruolo strategico e politico. Il terremoto del 1456 ne avrà
causato i primi sostanziali danni.
49 Si tratta della Descrittione di tutta l'Italia
(1550) esemplata sull'Italia Illustrata di Flavio Biondo.
50 Nota 34.
51 J.L.A. Huillard Breholles, Recherches sur les
monuments et l'histoire des Normands et de la maison de Souabe dans l' Italie meridionale,
Paris 1844, Tav . XVII e pag. 63.
52 Cfr. la vecchia foto in G .Spirito, ... ieri, Foggia...,
Foggia 1981, pag. 165, Tav. 66.
53 Le informazioni del crollo dcl 1764 della parete dov'era l'epigrafe,
indicato da Guglielmo Della Valle nelle Lettere senesi sopra le Belle Arti del
1782, sembrano riguardare solo la parte superiore del muro che ospitava i due reperti
federiciani; v. HASELOFF, cit., pagg. 71 e 72.
54 Rosso Pietrantonio da Manfredonia intorno al 1583-84
avrebbe visto ancora i resti della dimora imperiale, mentre il Biagi dà per
scontato che prima del 1543 insieme alla lapide sia crollato anche il portale del palazzo
(Biagi, Foggia imperiale, cit., pag. 186). E' altresì verosimile che la pietra
commemorativa del 1543 sostituisse quella federiciana sull'arco di Porta Grande e che
quest'ultima. dopo la ricomposizione. fosse messa in bella vista nel portale decorato che
si trovava probabilmente già in quel luogo (P zza Nigri).
55 Cfr. Haseloff, cit. pag. 71 e D. Leistikow, La residenza
dell imperatore Federico II a Foggia, in "La Capitanata", Part. Sec.,
Napoli 1976, pag. 216.
56 Riccardodi San Germano, Cronaca, edizione
di Giuseppe Del Re, Cronisti e scrittori sincroni napoletani, Vol.II. Napoli 1868. pag.
37. Cfr. anche Manerba, cit. pag. 22, VILLANI, cit., pag. 33 e Biagi, Foggia...,
cit. pag. 190.
57 De Vita, Castelli cit., pag.50, e nota 24.
58 NICOLO' Di JAMSILLA, Delle geste di Federico
II imperatore e dei suoi figli Corrado e Manfredi, in G. DEL Re, Cronisti
e scrittori..., cit., pagg. 105-200.
59 RICCARDO di S.GERMANO, cit., pag. 37.
60 SABA MALASPIINA, Istoria delle cose di Sicilia,
in G. Del Re, Cronisti e..., cit.. pagg. 205-408. Vedi anche MANERBA, cit., pag.
22.
61 D. LEISTIKOW, Castelli e palazzi nella Capitanata del
XIII secolo, Amm.ne Prov.le di Foggia, Foggia 1989, pag. 9.
62 M.S. CALO' MARIANI, L'arte al servizio
dello Stato in Federico II e il mondo mediterraneo, (Erice 1989), a cura di P.
Toubert, Sellerio Ed., Palermo 1994, p. 134.
63 C. DE LEO, Il palazzo di Federico
II. Dalle testimonianze scritte alla ricognizione sul terreno, in Foggia
medievale, cit., pagg. 165-175.
64 Cfr. MS. CALO' MARIANI, L'arte del
Duecento in Puglia, Istituto Banc. S. Paolo di Torino, Bergamo 1984, p. 87.
65 Idern, Federico II collezionista e antiquario in
Aspetti del collezionnisnio in Italia da Federico II al primo Novecento, Reg.
Siciliana Assess. BB. CC., AA. e PI., Trapani 1993, pag. 34.
66 Nel 1240 vi ebbe luogo la Dieta indetta da
Federico II e nel 1252 quella promossa dal figlio Corrado IV. Nel 1260 ospitò la fastosa Curia
solemnis di Re Manfredi i cui echi ci danno un' idea della sontuosità delle
manifestazioni ufficiali svoltesi a Foggia; v. Ricc.di S.Germ, Cronaca, cit.,
pag. 92 e Saba Malaspina, Istoria, cit., pag. 221.
67 E. KANTOROWICZ, Federico II imperatore (Kaiser Friedrichs
Zweite, Berlin 1927). traduzione di G. Pilone Colombo, Garzanti 1976, pag. 291.
68 J.L.A. HUILLARD-BREHOLLES, Historia diplomatica
Friderici secundi, Paris 1852-61. Vol. I, Part. I, pag. DXLV.
69 Idem, Vol. V, Part. I, pag. 477.
70 Idem, Parte II, pag. 912.
71 Riccar. di S. Germ., Cronaca, cit., pag. 99.
72 HUILLARD-BREHOLLES, Historia..., cit., Vol. V. Parte II, pag.
825.
73 Cfr. M.S.Calò Mariani, Federico II e le
'artes mechanicae', in Federico II e l'arte del Duecento italiano (Roma
1978), a cura di A.M. Romanini, Vol. I, Congedo Editore, Gaiatina 1980, pag. 264.
74 Idem, Federico II collezionista e antiquario..., cit.,
pagg. 46 e 47.
75 Il riutilizzo di antiche sculture è visibile nel
frammento di lacunare romano, lavorato nel verso per l'iscrizione commemorativa della
residenza di Foggia, ved. G. FAZIA, L'iscrizione ritrovata, in Foggia
Medievale, cit., pag. 161, fig. 1.
76 GB. PACICHELLI, Il Regno di Napoli in prospettiva,
Napoli 1703, pag. 114. Sulle sculture presso la Cattedrale non v'è più riscontro ormai
per le massicce trasformazioni subite dalla chiesa prima e dopo il terremoto del 1731.
Dopo il trapasso dell'imperatore (Fiorentino, 1250) il suo cuore e le viscere furono poste
in un urna su un monumento sostenuto da quattro colonne posto davanti alla Chiesa Madre di
Foggia. Detto monumento è andato distrutto dopo il terremoto del 1731; v. Perifano, cit..
pagg. 74-75. Al riguardo cfr. HASELOFF, cit., pag. 70.
77 Alcuni studiosi non condividono l'esistenza di una dimora
angioina a Foggia diversa da quella federiciana. L'equivoco sui due palazzi è sorto
probabilmente dall'errata interpretazione di un documento angioino. Sull'esistenza del
palazzo angioino. cfr. Manerba, cit., pagg. 24-84, di conseguenza Perifano, cit., pag. 89
e Biagi, Cenni illustrativi..., cit., pag. 43. Di contro Haseloff , cit.. pag. 70
e Porsia, Una città senza mura, cit., pag. 19: "una tendenza piuttosto
robusta nella memoria e nella letteratura locali ha quasi cercato di dissociare i nomi di
Federico II e di Carlo I d'Angiò, assegnando all'ultimo la costruzione di altre 'domus'
in città: leggende che giunsero al Pacichelli..."
78 DE LEO, Il palazzo di Federico II di Svevia a Foggia,
cit., pagg. 122 e 125.
79 BIAGI, Foggia imperiale, cit., pag. 197.
80 Per il primo decennio del regno risiedè a Foggia
dal dicembre 1222 al gennaio 1223; da maggio a giugno e da novembre a dicembre nel 1225;
da settembre a dicembre nel 1226 e da gennaio ad aprile nel 1228; ad agosto nel 1229: in
parte nel periodo febbraio-aprile del 1230: v, Haseloff, cit.. pag. 46.
81 La creazione dello Studium Neapolitanum e la
rivalutazione della "Scuola medica salernitana" rientravano in un lungimirante
disegno di organizzazione culturale, in cui la promozione per la conoscenza della
letteratura araba permise il recupero della cultura greca nell'Europa occidentale; cfr.
Tateo-Valerio-Pappalardo, La letteratura nella storia d'Italia, Ediz. "Il
Tripode", Napoli 1985, pag.30.
82 F. Porsia, Il periodo svevo, in Storia
di Puglia, cit., pag. 263. Lo Studium Neapolitanum fu l'embrione della
futura Università di Napoli. Essa preparò una classe dli tecnici espertissima nel
Diritto che fu sguinzagliata in tutto il Regno per assicurare all'Imperatore il maggiore
consenso possibile.
83 Per la parte legislativa, vedi G. Santini, Giuristi e
collaboratori di Federico II. Piano di lavoro per una ricerca d'"equipe",(Oria
26-27 Ottobre 1974), tip. del Sud, Bari 1977, pagg. 59-89 e C.G. Mor, Considerazioni
su qualche costituzione di Federico II, in A.S.P. XXVI 1973, Fasc. III-IV, pagg.
424-440.
84 RICCAR. di S.Germ., Cronaca, cit., pagg. 81-83 e
93.
85 Il periodo svevo, cit., pagg. 262.
86 CALO' MARIANI, L'arte al servizio dello Stato,
cit., pagg. 126 e 127.
87 Que nimirum, cum sincera sunt cunctas arces et
omnem omnino militiam exuperant.."; v. Haseloff, cit., pagg. 8 nota 3.
88 La descrizione è dellAnnalista di S. Giustina di
Padova che, benchè si riferisse al potente alleato di Federico II, Ezzelino da
Romano. condannava lo sfarzo costruttivo dell'imperatore assegnandogli involontariamente
tributi di ammirazione; v.C.A. WILLEMSEN - D. ODENTHAL, Puglia, Terra dei Normanni e
degli Svevi, Ediz. La terza, Bari 1970, pag 55.
89 Raffaele Licinio, Castelli medievali. Edizioni
Dedalo, Bari 1994. pagg. 126- 127 e 305-312.
90 Calò Mariani, L'arte al servizio... cit., pag.
134.
91 Cfr. F. Bocchi, Castelli urbani e città nel Regno di
Sicilia all'epoca di Federico II in Federico II e l'arte del Duecento ital...,
cit. pag. 54.
92 Calò Mariani, L' arte del Duecento in Puglia...
cit.. pagg.113-l20.
93 In Puglia si presenta come un edificio a base
quadrangolare (raramente circolare) che si eleva su un piedistallo più ampio con pareti
scarpate.
94 C.A.Willemsen, Componenti della cultura federiciana nella genesi
dei castelli svevi, in Castelli, torri,.., cit., pag. 414.
95 D'epoca federiciana è il radicale restauro del Castello
di Termoli, v. HASELOFF, cit.. pagg. 357-365. La Torre di Leverano sembra essere stata
costruita da Federico II nel 1220 per contenere le rovinose razzie saracene; s. M.L.
Troccoli Verardi, Le Torri di Puglia, in Castelli, torri cit., pagg.
293-295. Il palazzo di Lucera sostanzialmente è la più originale delle costruzioni
federiciane che prendono spunto dai donjons normanni; cfr. C.A.WILLEMSEN, Federico
II costruttore in Puglia, in Studi di storia pugliese in onore di G. Chiarelli,
a cura di M. Paone, M. Congedo Editore, Galatina 1972, pag. 532.
96 C.A. WILLEMSEN - D. ODENTHAL, Puglia..., cit., pag. 54.
97 J.C.R. SAINT-NON, Vojage pittoresque ou Description des
royaume des Naples et de Sicile, I-IV, Paris 1781-86.
98 Il palazzo federiciano e gli edifici interni del
castello angioino di Lucera furono riutilizzati sin dal '600 per la costruzione di vari
palazzi padronali; cfr. Mons. D.V. Di Sabato, La storia di Luceria Apiilorum,
Vol. I, Editr. Catapano. Lucera 1983, pag. 209.
99 CALO' MARIANI, L'arte del Duecento in ... cit., pag.
116.
100 Elementi a losanghe - più frequenti in Capitanata che nel
restante territorio pugliese - sono visibili anche sulle facciate delle cattedrali Di
Giovinazzo e di Ruvo, sulla chiesa di S.Margherita a BiscEglie e la chiesa di S. Felice a
Balsignano (Modugno).
101 CALO' MARIANI, L'Arte del Duecento..., cit., 114.
102 ldem, cfr. L'arte del servizio..., cit., pag.135.
103 Un'indicazione della solidità della residenza sveva e' data
dal comportamento tenuto da Manfredi nel 1254: dopo la conquista della Città decise
di desistere al momento di porre l'assedio alle truppe pontifice che si erano
rifugiate nell'edificio svevo: Nic. di Jamsilla, Delle Geste..., cit., pag. 152.
Sulle potenzialita di difesa, cfr. Haseloff, pag. 69 e Porsia, Una città senza...,
cit., pag. 19.
104 Il mastio di I.ucera, prima di essere racchiuso dai muri
angioini, era atto ad interdire agli assalitori una autori vasta area circostante. Il
palazzo custodiva una parte del Tesoro di Stato, una zecca imperiale ed officine per la
costruzione di armi, vesti ed altri oggetti necessari alla Corte; cfr. C.A.
Willemsen-D. Odenthal, Puglia..., cit..., pag. 67.
105 A settembre del 1241 l'Imperatore ordinò che gli
fossero portati a Foggia i tesori delle chiese sequestrati; v. Riccard. Di S. Germ.,
Cronaca, cit., pag. 96.
106 Chiare somiglianze con l'architettura di Capitanata si
posson riscontrare nella Chiesa di S. Clemente in Casauria in Abruzzo e nella Chiesa dei
SS. Nicolò e Cataldo a Lecce; v. E. Bertaux, L'Art dans.., cit., II, Figg.
137,138, 267 e Tav. XXVI, e cfr. M.S. CALO' MARIANI,. L'art rlel Duec..., cit.,
pag. 33.
107 Al tempo dell'edificazione del palazzo lucerino erano
ormai in atto gli influssi del gotico, indicati dall'Haseloff come la più importante
componente dell'architettura federiciana (gotico borgognone attraverso l'apporto
determinato dai cistercensi, v. pag. 31-32). Per l'argomento cfr. M. Cordaro, I
problemi delle origini dell'architettura federiciana. Studio bibliografico, in Federico
II e l'arte del Duecento italiano, cit., pagg. 121-138 e M. S. Calò Mariani,
Medioevo meridionale: la Capitanata in Capitanata medievale, a cura di M. S. CALO'
MARIANI, Banca del Monte di Foggia, 1998.