IL CONVENTO DI SANTA MARIA DELLA VITTORIA

 

Il convento di S. Maria della Vittoria fu edificato nel 1571 su richiesta e a spese dei Sipontini, quando venne eletto Provinciale P. Domenico da Ragusa. La chiesa venne consacrata dal Cardinale Arcivescovo Tolomeo Gallio col titolo di S. Maria della Vittoria a ricordo della vittoria navale sui Turchi, che i Cristiani riportarono a Lepanto il 7 ottobre dello stesso anno. La costruzione del convento fuori le mura della città fu decisa dai Frati Minori Cappuccini al fine di avere un orto. Col saccheggio dei Turchi del 1620 il complesso religioso venne incendiato e depredato di tutti gli oggetti preziosi. Nel 1662 venne riedificata la chiesa col titolo di S. Maria dell'Umiltà ad opera di un devoto, come si evince da una iscrizione.

 

Tra i superstiti locali del convento, quello di maggior richiamo è il chiostro, dove visse l'aspirante cappuccino Camillo De Lellis, figlio del Colonnello dell'Imperatore Carlo V. E' proprio in questo convento che il guerriero Camillo, prima manovale e poi domestico, si convertì (Anno Santo del 2 febbraio del 1575) quando, di ritorno dal convento di San Giovanni Rotondo, si presentò al Padre Guardiano per chiedere penitenza e diventare cappuccino, dopo aver meditato lungamente, attraversando la Valle dell'Inferno. Così Camillo, dandosi completamente alla vita francescana, prima curò gli ammalati nell'ospedale di Roma, dove era ricoverato per un'ulcera ad una gamba e, poi, fondò l'Associazione dei Crociferi, a cui successe l'Ordine dei Ministri degli Infermi con il distintivo della croce rossa.

 

Le facciate del convento e della chiesa non r rispondono molto allo stile gotico, se non nelle arcate degli ingressi, mentre l'interno richiama il barocco. Sull'altare maggiore della chiesa, coperta da una grande volta a botte, si possono ammirare otto tele, mentre sulla parete destra del presbiterio domina una grande tela di buon pennello, che riproduce la Madonna col Bambino, S. Giuseppe e lo Spirito Santo. Degne di rilievo sono pure le due tele degli altari laterali.

Nel 1811 il convento fu chiuso definitivamente. Attualmente, la chiesa e il convento fanno parte del cimitero comunale.

 

 

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Michele Guglielmi, Manfredonia