SAN LEONARDO LE MATINE

 

San Leonardo le Matine (in Lama Volara) sulla statale per Foggia dista chilometri 10 da Manfredonia.

Il monumento è attiguo ad altre fabbriche e si scorge da lontano per le due cupole della chiesa ed il tipico camino a torretta, che s'innalza sulla cappa dell'antica cucina del Convento. Vi si accede per un viale dal lato Nord-Ovest, sul quale trovasi la facciata secondaria, ma più interessante. Avvicinandosi, lasciamo a sinistra una cisterna con basso-rilievi del 1600 (S. Leonardo, stemma dei Gaetani, ed altro stemma gentilizio), e, a destra, l'antico ospedale con un ingresso e due finestre dal lato opposto, di stile gotico, probabilmente del 1327.

Guardando la facciata della chiesa da questo lato, più lungo degli altri, proviamo un incanto che aumenta esaminandone i particolari. Una serie di mensolette, interessantissime per la varietà e delicatezza dei motivi, assolvono la funzione di sostenere la cornice, nella quale si raccolgono e scorrono le acque piovane del tetto. Numerosi archetti, divisi in serie di tre ciascuna da lesene, con quattro monofore, denunciano il motivo dominante del romanico del secolo XI. In questa cornice venne posteriormente incastonato il portale di una ricchezza, solennità e forza di rilievo davvero notevoli.

 

Interessantissimo anche il simbolismo che ha guidato la creazione di questo portale. Il leone che maciulla una figura nuda ci ammonisce, con l'apostolo S. Pietro, ad essere sobri e vigilanti, perché il nostro "avversario, il diavolo, gira attorno (a noi) come un leone ruggente, cercando di divorare" (Lep. V. 8). Nell'altro leone, invece, che ha in bocca un pesce (ICHTUS, monogramma greco per significare Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore) troviamo simbolizzato il cristiano, che cibandosi di Cristo (ossia del Pane Eucaristico) e meditando la dottrina di Gesù Salvatore del mondo, diventa forte come un leone, terribile al demonio, ispiratore del male, siccome ammonisce S. Giovanni Crisostomo.

E cosi col misticismo medievale, tutta la scultura va movimentandosi ed arricchendosi dagli stipiti all'arco centrale, da cui domina, fra due angeli adoranti, la figura stessa del Salvatore, nuovo Legislatore, principio e fine, alfa ed omega, come dice S. Giovanni, simboleggiato dall'aquila, la quale porta in alto scolpita la sigla "Joh'es" (Johannes, Giovanni); mentre dal lato opposto, sulla stessa linea orizzontale, una figura umana alata, con il libro in mano, esprime l'evangelista S. Matteo. E di sotto in entrambi i lati, il leone ed il bue, col nimbo, simboleggiano gli evangelisti S. Marco e S. Luca.

 

Rappresentato come un centauro, con la cetra, c'è Davide, a cui fa riscontro dal lato opposto un personaggio cornuto con le spalle rivolte a Cristo, ossia l'anticristo. E' più forte, nello stesso ordine, il cervo simbolo dell'anima anelante verso Dio, al quale fa riscontro il dragone, ossia il demonio.

La stessa fascia, che dalla base va fino al capitello, da entrambi i lati, contiene dei simboli. Il centauro saettante esprime la costellazione del mese di novembre, in cui cade la festa di S. Leonardo (6 novembre); il drago, ucciso da S. Giorgio, il coniglio e la pecora, e il cervo (riprodotto ancora due volte) sono tutte le espressioni simboliche, non addossati, esclusa la più mostruosa di due leoni terminanti con una sola testa, indicante forse un emblema di famiglia gentilizia.

Né sono da trascurarsi i due capitelli figurati. Il somarello, realizzato con molta grazia, e sormontato dal Pellegrino al Gargano, protetto dall'Angelo che lo precede con la spada sguainata e alle spalle dell'Arcangelo S. Michele, che uccide il drago. Nell'altro capitello e raffigurata la visita dei re Magi al Bambino Gesù, sostenuto dalla Madre, alle cui spalle c'è il protettore di questa sacra Famiglia, S. Giuseppe, quasi dormiente. Nel vuoto, in alto, ci sarebbe stata un'altra immagine della Vergine con il Bambino, fra i due Santi protettori dei crociati: S. Giacomo minore e apostolo e primo vescovo di Gerusalemme, e S. Leonardo di Limoges, discepolo di S. Remigio, che evangelizzò i Franchi, (per cui si rappresenta col Vangelo in una mano e con la catena nell'altra, simbolo della salvezza eterna, che ottiene l'anima sciolta dai vincoli del peccato).

 

Il tutto, nell'insieme, sia per l'arte che per lo spirito religioso, ancora profondo e radicato, ci fa assegnare questa scultura alla fine del secolo XII, quando la Chiesa era ancora ufficiata dai Canonici Regolari di S. Agostino.

 

 

___________________________________________________________

MASTROBUONI-DE FEUDIS, "MANFREDONIA (Siponto-S. Leonardo)",

Quaderni Turistici a cura dell'E.P.T. di Foggia, 1964