TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE DAL VII AL II MILLENNIO AVANTI CRISTO

COPPA NEVIGATA

 

Il sito archeologico di Coppa Nevigata, posto pochi chilometri ad Ovest di Manfredonia, all'altezza dell'antica foce del Candelaro, presenta una imponente stratificazione, che indica un insediamento prolungato, attraverso i millenni. Il momento di frequentazione più antico, già evidenziato dal Mosso e poi dagli scavi del Puglisi, e riferibile ad una fase iniziale del neolitico: un aspetto economico caratterizzato da estrema specializzazione, con raccolta intensiva di molluschi, quindi ancora con un'impronta "mesolitica".

Gli scavi a Coppa Nevigata di questi ultimi anni hanno posto il sito in una prospettiva più ampia, rivelando l'esistenza dell'agricoltura (testimoniata da semi di grano e orzo) e portato in luce strutture (fossato di recinzione) che inseriscono il sito nella fitta trama di villaggi trincerati che coprono il Tavoliere durante tutto il neolitico.

 

Un'indagine territoriale ha preso in considerazione una serie di questi villaggi, posti in vicinanza della foce del Candelaro, traendo una serie di dati non solo archeologici, ma anche naturalistici, finalizzati alla ricostruzione dell'ambiente. Una serie di datazioni pone questi abitati fra il VII e il V millennio a. C.. Un momento più tardo, per ora appena indiziato (sub-neolitico), è emerso dagli ultimi scavi a Coppa Nevigata, costituendo un aggancio con l'insediamento dell'età dei metalli. Coppa Nevigata presenta una sequenza pressoché completa dell'età del Bronzo (II millennio). Per l'insediamento più antico, nell'ambito di questo periodo (fase protoappenninica, prima meta del II millennio) si hanno tracce di una capanna a margini curvilinei, che in epoca immediatamente successiva lasciò posto ad un grande muro, largo m. 5,5, messo in luce per un tratto di una trentina di metri, nel quale si aveva un accesso realizzato con blocchi megalitici. Nelle vicinanze di questo ingresso sorgeva forse anche una sorta di torrione.

 

Nella fase seguente (Appenninico, XV-XIV sec.) l'insediamento appare spostarsi più verso Est, occupando il piccolo promontorio affacciato sulla laguna, difeso verso la terraferma da un nuovo muro. Si hanno anche resti di una area sepolcrale posta nelle immediate adiacenze dell'area scavata.

Con il Subappenninico (XIII-XII sec.) l'abitato assume un impianto piuttosto regolare, con strutture quadrangolari disposte lungo strette stradine rettilinee. E' questo il momento di maggiore attestazione di attività di scambio con il mondo egeo, indiziato specialmente dalla presenza di frammenti di tipo miceneo.

La vita nel sito prosegue fino agli inizi dell'eta del Ferro (primi secoli del I millennio a. C.), periodo per il quale si hanno rilevanti tracce di metallurgia, mentre il sito appare abbandonato in età storica.

 

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Selene Cassano - Alesandra Manfredini, Università "La Sapienza", Roma