MONTESANTANGELO

La città sorta intorno al più antico santuario della cristianità dopo Gerusalemme e Roma, ebbe notevolissima importanza sin da epoca tardoromana e altomedievale. Per oltre un millenio questa cittadina è stata ininterrottamente fortificata e la sua importanza strategica è stata ben descritta nel 1500 con le parole del Marcoldi: '`Però è da sapere che quattro sono le parti principali, per le quali si dubita, che il turco possa mattere il piede nel Regno, cioè Taranto, Bari, Trani e Monte Sant'Angelo... Resta il Montesantangelo, il quale stando a Cavallero di tutta la Puglia circonda sessantamiglia, con una parte sopra il mare, di sito fortissimo".
La parte più antica del castello è la grande torre poligonale, detta dei Giganti o dei Normanni, si eleva per 18 metri ed è stata costruita durante la signoria di Roberto il Guiscardo nell'XI secolo. La fortezza per la sua importanza godette dell'attenzione degli Svevi e degli Angioini. Ma è con gli Aragonesi che il castello trova la sua definitiva sistemazione, si costruiscono i bastioni circolari che ingusciano e proteggono le precedenti fortificazioni, (si legge su quello sud l'iscrizione S.R.M.F., Sua Reale Maestà Ferdinando, e la data 1491) e poi il grande e bellissimo puntone.
A mura ricurve si protende in direzione del Santuario e ha allo spigolo verso l'entrata la data del suo completamento, 1493. È su questa parte che si potrà notare il fossato interamente scavato nella roccia.
Dopo il decennio Francese di Gioacchino Murat il castello fu donato al Cardinal Ruffo, capo delle bande sanfediste e poi affittato a pastori che perfezionarono l'opera devastatrice del tempo. Oggi il castello è sventrato ma conviene visitarlo; è di grande interesse per la storia della regione: gli ampliamenti e le costruzioni della fine del 400 sono tra le cose più importanti portate a termine da Francesco di Giorgio Martini nel suo viaggio in Puglia e sono, come già si è detto per Rocchetta Sant'Antonio, rare opere militari del cosiddetto periodo di mezzo, quello tra medioevo e rinascimento.

 

MANFREDONIA

Il castello svevo di Manfredonia

Ai piedi del Gargano la città prende nome da Manfredi che nel 1256 la fondò trasferendovi gli abitanti dell'antica Siponto. Per la sua importanza strategica, pari a quella di Montesantangelo, fu munita di una grande cinta, e di un castello sul mare.

Il castello ha subito grandi traversie, la parte sveva è quella centrale, il mastio con 3 torri cilindriche e una quadrata; intorno ad essa gli Angioini aggiunsero la attuale cinta esterna con 4 torri cilindriche. Nel 1528 dopo lungo assedio le truppe francesi condotte dal Lautrec conquistarono la città, e si deve a loro la costruzione del grande bastione a punta di lancia che si protende verso la città. Oggi il castello è stato restaurato ed ospita l'importante collezione delle stele daunie sipontine.

 

VIESTE

Sul punto più alto del suo centro storico Vieste possiede uno dei castelli più importanti e meglio conservati del Gargano; ma la felice posizione panoramica (si vedono benissimo oltre la spiaggia Castello le grandi torri costiere Gattarella e San Felice) e l'imponenza della costruzione, fanno sì che esso sia ancora occupato dalla Marina Militare. La costruzione attuale almeno per l'esterno è un limpido esempio di architettura militare del cinquecento con corpo centrale e bastioni a punta di lancia. È stato costruito nel 1537 sotto il vicereame di Don Pedro di Toledo, assediato nel 1554 e restaurato nel 1559. Nulla è visibile oggi del preesistente maniero federiciano pure importante e citato nelle antiche cronache.

 

LE TORRI COSTIERE

Torremontepucci, nei pressi di Peschici, sul Gargano
Il gran numero di torri costiere che oggi punteggia di memorie storiche lo sviluppo costiero delle spiagge e delle scogliere di Puglia è una sorpresa per chi percorre le moderne strade sul mare che,

compiendo il periplo del Gargano, vanno da Termoli a Margherita di Savoia. Le torri sorgono tutte in luoghi panoramici: servivano una volta a controllare le coste e con la loro presenza ci ricordano periodi in cui il mare non era una presenza amica ma un pericoloso varco aperto per pirati e corsari che periodicamente razziavano sulle nostre coste schiavi e raccolti. Posti di vedetta sul mare ce ne sono sempre stati, dall' età preistorica, ma quelle che oggi  chiamiamo torri saracene risalgono quasi tutte al 1500 e sono la conseguenza di una scelta politica che vedeva la Puglia come baluardo del Regno di Napoli contro i Turchi. Altri tempi da ricreare con la fantasia, si pensi a Vieste saccheggiata già nel 1480, anno in cui avvenne la strage di Otranto, e poi nel 1554 (furono uccise 5000 persone e nacque la fama della "Chianca amara", la roccia su cui furono decapitate) e ancora nel 1674 e 1678.

A partire dal 1532 e per oltre 200 anni si costruisce questa catena di torri che dovevano servire per poter tempestivamente avvisare le città più vicine dell'avvicinarsi del pericolo. Ogni torre doveva essere in vista di altre due e l'allarme era dato con grandi fuochi o suonar di corni e campane. Di regola non servivano da rifugio e vi vivevano poche persone. In Capitanata nel 1748 se ne contavano 25 e la massima parte è stata costruita tra il 1568 e il 169 quando l'alto funzionario della corte di Napoli, Alfonso Salazar visitò la regione e appaltò la costruzione di 21 torri a Giovanni della Monica. Si spiega per questo l'omogeneità delle torri del Gargano: sono quasi tutte quadrangolari a tronco di piramide e la lieve scarpatura (inclinazione) dei muri si conclude in un coronamento che presenta 4 o cinque caditoie per ogni lato.
L'accesso alle torri era in alto con scale di legno retrattili, in seguito sostituite da rampe in muratura. Torri intatte secondo questo modello sono Torre Mileto tra i laghi di Lesina e Varano, e Torre Rivoli a Nord di Zapponeta, molte altre (Sfinale, Calalunga, Portonuovo, S. Felice, Torre Petra, Monte Pucci) hanno perso il coronamento per le vicende del tempo o lo hanno visto sostituito da sovrastrutture più moderne che ne permettono l'abitabilità. Le torri più antiche, probabilmente della fine del 200, sono quelle che sorgono alla foce Est del lago di Varano: cilindriche e di dimensione hanno merli ghibellini (a coda di rondine) molto rari nella nostra regione. Da Nord a Sud le torri che restano, talvolta anche nello stato di rudere, sono queste:

bulletTorre Mozza -Ruderi a nord della foce del Fortore
bulletTorre Fortore -tra il Fortore e il Lago di Lesina, è tra le più grandi e rimaneggiate;
bulletTorre Scampamorte -a metà della duna lagunare di Lesina
bulletTorre Mileto -sulla strada tra i laghi di Lesina e Varano
bulletTorri di Varano - Alla foce Est, sulla strada,
bulletTorre Montepucci -tra Calenella e Peschici, sulla strada, è piccola e senza coronamento;
bulletTorre USMAI e Calalunga - vicino Manacore Torre di Sfinale -dopo Manacore;
bulletTorre di Porticello- prima di Vieste Torre di Portonuovo -dopo la spiaggia di Vieste
bulletTorre Gattarella - vicino l'omonima spiaggia;
bulletTorre S. Felice - sulla Testa del Gargano ;
bulletTorre di Portogreco - poco prima di Pugnochiuso;
bulletTorre del Segnale - nei pressi di Baia delle Zagare;
bulletTorre Vaccaro -in vista di Manfredonia ;
bulletTorre Rivoli e Torre Pietra -tra Manfredonia e Margherita di Savoia.