La fortezza di Lucera è uno
dei più importanti castelli d'Italia, le mura si stendono per oltre 900 metri sulla cima
della collina su cui sorge la città da cui è separata da un fossato gigantesco. È
possibile costeggiarne le mura esterne ma conviene entrare dalla porta N. Est (porta
Fiorentina), attraverso l'ampio spiazzo interno e salire sui bastioni che un moderno
camminamento permette di percorrere. Dall'alto si possono distinguere chiaramente le
traccie della storia di questa fortezza:
![]() | ruderi di un tempio romano di grandi dimensioni; |
![]() | le fondamenta di una chiesa paleocristiana; |
![]() | i resti del palazzo di Federico II, un tempo favolosa dimora dell'imperatore; |
![]() | fondamenta di una chiesa francescana fatta costruire da Carlo II D'Angiò; |
![]() | gli impianti di case costruite dai coloni provenzali che Carlo D'Angiò qui trasferì; |
![]() | la porta Lucera, il vero e proprio ingresso monumentale; |
![]() | la torre del Leone cilindrica; |
![]() | la bellissima torre della Regina, della Leonessa, visitabile dall'interno; |
![]() | la grandiosa cinta muraria costruita dagli architetti Pierre D'Angicourt e Riccardo da Foggia per ordine di Carlo D'Angiò. |
La complessa stratificazione di questi edifici rimanda ad una storia lunga e
movimentata. Sull'acropoli dell'antica Luceria romana e bizantina, nel 1293 Federico II
ordinò la costruzione di un grande palazzo fortificato dpianta quadrata; nell'edificio,
celebre e rinomato per la fastosità delle decorazioni (nel '700 ancora visibili) erano
ospitate la zecca, il tesoro imperiale e raccolte di antichità. Ma-quel che più ha
colpito la fantasia dei posteri è che Federico trasferì di forza a Lucera i suoi sudditi
facendone la propria fedelissimo guardia del corpo. Nacque così intorno al palazzo di
Federico una vera città saracena, con botteghe artigiane, scuderia, minareti e moschea e
infine un harem. Nel 1269 Carlo D'Angiò riesce a espugnare la munitissima città dopo 6
mesi di assedio, vi trasferisce 140 famiglie dal Sud della Francia e fa costruire la
grande cinta muraria. I Saraceni resteranno a Lucera fino al 1300 quando saranno
sterminati da Carlo II D'Angiò, e sarà costruita la grande cattedrale in purissimo stile
gotico che ospita la statua lignea `'La madonna della vittoria" che ricorda il
trionfo degli Angioini sugli Svevi. Ma per godere pienamente della bellezza paesaggistica
della fortezza di Lucera conviene scoprirla lentamente, avvicinandosi alla città non da
Foggia ma da Ovest (Campobasso' e da Nord (S. Severo) o viceversa allontanandosene per
visitare con brevi gite i paesi del subappennino Danno.
Alcuni itinerari ci offrono scorci di paesaggio inediti per chi viene dal tavoliere e ci
conducono in luoghi in cui i castelli e le fortificazioni spiccano nel paesaggio naturale
ridando senso al termine `'arroccato". Sarà un pomeriggio diverso quello che si
impiegherà per percorrere qualcuno di questi itinerari.
1. Da Lucera a Motta Montecorvino, Volturara Appula, S. Marco la
Catola e Celenza Valfortore (Km 70)
Prendendo da Lucera la strada per Campobasso vedremo allontanarsi alle nostre
spalle le mura della fortezza, la strada è pianeggiante fino allo svincolo per Motta
Montecorvino a destra da qualche chilometro ci accompagna la '`Sedia del Diavolo": è
l'impressionante rudere della torre della scomparsa città di Montecorvino, più volte
distrutta dai Normanni e dagli Angioini fino al definitivo abbandono dopo il terremoto del
1456.
Gli abitanti fondarono allora Motta Montecorvino e Pietra Montecorvino.
Si arriva a Motta Montecorvino che ha tutta la parte antica sulla cima di un colle ed è
dominata da una grande torre. L'accesso al nucleo più antico è per 5 piccole parti e la
torre conserva murati alcuni rilievi e un architrave gotico datato 1442. Tre chilometri di
strada portano al bivio che a sinistra porta a Volturara Appula (Km. 10,5). Resiste ancora
il palazzo fortificato dai Caracciolo che ospita numerose abitazioni, è spalle della ex
cattedrale che ha curiose piccole sculture sul fianco del campanile e sulla facciata
decorata a fasce di pietre rosse.
Da Volturara 11 Km. di strada in gran parte tortuosa, per metà lungo il torrente la
Catola, portano a San Marco la Catola che ha un palazzo ducale del XV secolo restaurato
nel 900 e ormai completamente abbandonato. Vi si può leggere all'interno qualche lapide
del 700. Celenza Valfortore, è a 9 Km., in vista del grande lago artificiale di Occhito e
ha un bel maniero rinascimentale costruito dal 1467 al 1519 da Giovanni e Carlo
Gambacorta. È ora una residenza privata ma conserva un bel torrione cilindrico con base
scarpata e coronamento a merli.
2. Lucera, Motta Montecorvino,
Pietra Montecorvino, Castelnuovo,
Castelvecchio, Casalnuovo
Itinerario secondario rispetto al precedente che dopo Motta Montecorvino porta
con 16 Km. di strada panoramica a Pietra Montecorvino che ha un grande palazzo ducale del
XIII secolo con grande torre quadrilatera e poi a Castelnuovo e Casalvecchio, centro in
cui ancora si parla un dialetto albanese. Da Casalnuovo (vicinissimo a Casalvecchio) si
raggiunge facilmente Dragonara.
3. Lucera, Tertiveri, Biccari
e Roseto Valfortore (Km. 36)
Roseto Valfortore ha un centro storico caratteristico con strette vie e
finestre a feritoia e qualche palazzo gentilizio oltre quello Baronale con torre
cilindrica. Per raggiungerla si passerà prima da Tertiveri, che ha un bel palazzo
baronale del 500 e fu feudo di Abd el Aziz, capo dei saraceni di Lucera, e poi da Biccari,
che conserva una torre cilindrica, forse bizantina.