UMBERTO GIORDANO, l'uomo più illustre di Foggia di tutti i
tempi. Egli nacque a Foggia il 28 agosto del 1867 da Ludovico che esercitava la
professione di farmacista e da Sabata Scognamillo di Napoli, in via della Pescheria, dove
era sito lingresso centrale della Reggia di Federico II di Svevia. Il giovane
Umberto che aveva anche i nomi di Menotti e Maria, in omaggio anche al
figliodelleroe dei due mondi e della Madonna dei Sette Veli, compì i suoi primi
studi musicali con il maestro foggiano Luigi Gissi e di armonia e contrappunto con il
maestro siciliano Giuseppe Signorelli.
Alletà di 14 anni partecipò al concorso promosso dal Real Collegio di Musica di
S. Pietro a Maiella in Napoli e fu ammesso a frequentare il corso di
contrappunto col maestro Serrao, lorgano con il maestro Enrico Bossi, il pianoforte
con Martucci e il violino con Angelo Freni. Nel 1888 con lopera Marina
partecipò al concorso Sonzogno e gli fu commissionata sempre dalla casa Sonzogno
unopera, Malavita, che rappresentata al Teatro Argentina di Roma nel
1892 ebbe un notevole successo, come pure a Vienna e a Parigi. Intanto nel 1896, il 28
marzo di quellanno, si rivelò tra i massimi operisti europei con Andrea
Chénier e due anni dopo con Fedora. Altri successi Giordano mietè con
Siberia rappresentata per la prima volta alla Scala di Milano e con
Marcella sempre a Milano, con Mese Mariano al Massimo di palermo,
con Madame Sans-Gene, rappresentata per la prima volta al Metropolitan di New
York con la direzione di Arturo Toscanini nel 1924. Nel 1929 a Milano con direzione di
Toscanini vide la luce La cena delle beffe su libretto di Sam Benelli e
Il Re su libretto di Gioacchino Forzano.
Basterebbe solo questa fugace elencazione di opere per mostrare la grandezza di questo
nostro concittadino che, con Cilea, Mascagni, Puccini e Leoncavallo, fu protagonista di
rilievo della cosiddetta Nuova Scuola Italiana postverdiana, che inaugurò
quel periodo che in letteratura ed in musica fu battezzata Verismo. La
trilogia di Chénier, Fedora e Siberia, ha conservato, nel tempo, la loro capacità di
presa sugli amanti della musica e che assicurano a Umberto Giordano un posto sicuro, ad un
secolo dalle loro performance, nel Gotha della lirica di ogni tempo.