ENRICO RADESCA DI FOGGIA, così
amava firmarsi un musicista vissuto a cavallo tra il XV secolo, che seguendo lo stile
dellepoca amava fregiarsi del nome della città natale e talvolta anche
dellarticolo ( Il Radesca di Foggia cittadino di Torino). Ma ciò veniva fatto con
maggiore ostentazione, allorché tale luogo originario (Foggia) poteva dar lustro al
cognome dellartista per la rinomanza del paese natale. Una risonanza che si faceva
udire dalla fama musicale che la Puglia ed anche Foggia avevano sparso nella prima metà
del XVI secolo, forse retaggio dei leggendari tempi di Federico II di Svevia.
Di Enrico Radesca non si conosce la data di nascita. Si conosce la data di morte il 1625,
avvenuta aTorino, dove trascorse gli ultimi decenni della sua vita. Si sa che fu arruolato
con la Repubblica di Venezia e combatté in Dalmazia. Nel 1597 si stabilì a Torino, ove
fu, per molti anni, organista presso il Duomo e poi maestro di Cappella alla Corte del
principe Amedeo di Savoia ed infine maestro di Cappella presso Carlo Emanuele I di Savoia.
Ebbe grande notorietà come autore di musica profana, tanto che si usava dire
cantare alla Radesca. I suoi Mottetti e Madrigali furono stampati e riprodotti in
migliaia di copie. Ma anche la musica sacra attirò il suo interesse. Compose
Larmoniosa corona di concerti a due voci, Mottetti e salmi a falsi
bordoni. Queste composizioni fanno parte di quel mondo e di quellepoca di
tormentato trapasso che se in Monteverdi, Gesualdo da Venosa, ed altri ha avuto i suoi
maggiori fiori, non per questo non serba guizzi geniali di insospettate originalità
lessicali e formali, che nel Bancheri e nel Radesca ha avuto i suoi inconfondibili
protagonisti.