La Storia
Comune per comune
Il Subappennino
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DELLA
CAPITANATA HANNO SCRITTO
ALBERONA
«A pié di Montàuro, su d'una ripa verde, Alberona pare una sposa biancovestita; lì,
a solatio, tra una raggiera d'ulivi e querce, e un'armonia d'acque e uccelli, guarda il
mare, striscia di pietra turechina, l'Isole Tremiti e il Tavoliere d'oro cangiante della
Puglia piana.»
da "Alberona" di Giacomo Strizzi (1958)
CERIGNOLA
«Vichi mio io l'amai... Se io sono sono rimasto qui a Cerignola, l'ho fatto per questa
donna e lei stessa ha giovato la mia causa, poiché difficilmente qua avrebbero affidate
le figlie ad un maestro che non fosse ammogliato.»
da una lettera di Pietro Mascagni a Vittorio Gianfranceschi (10 luglio 1887)
FOGGIA
«I binari erano incandescenti sotto il torrido cielo di Foggia. (...) Mancava appena
un quarto d'ora alla partenza del treno, il pomeriggio foggiano era terminato»
da "Clizia a Foggia" di Eugenio Montale (1961)
«Piazza ovale, che non finisce più, d'una strana potenza. (...) Nessun luogo avrebbe
più diritto d'esser dichiarato Monumento Nazionale.»
da "Deserto e dopo" di Giuseppe Ungaretti (1961)
LUCERA
«Questa piazza di Lucera soddisfava l'austerità e la bellezza che cercavamo. Per
questo abbiamo deciso di girare qui questo film.»
da un'intervista di Massimo Troisi raccolta sul set di "Le vie del Signore sono
finite" (1987)
MONTE SANT'ANGELO
«Ora ci appare Montesantangelo. Le sue case, per le porte sormontate dalla finestra a
balconcino, a questa distanza le diresti una greca che coroni il monte.»
da "Deserto e dopo" di Giuseppe Ungaretti" (1961)
«Scesero nella cripta, il cui pavimento di pietra era qua e là coperto d'acqua.
Lungo le pareti e ai lati di tortuosi corridoi che si diramavano da una sala centrale a
volte, v'erano delle tombe così antiche, con iscrizioni così consunte, da essere per la
maggior parte illeggibili anche con l'aiuto di una candela.»
da "Monte Sant'Angelo" di Arthur Miller (1951)
RODI GARGANICO
«A Rodi Garganico fecero indigestione di anguille, a Vieste di carrube.»
da "Il piatto piange" di Piero Chiara (1962)
«Si dice che sia tanto soave l'odor degli aranceti sul lido di Rodi Garganico, da far
venir le lacrime agli occhi quando è il tempo della fioritura.»
da "Le arance dell'unità italiana" di Riccardo Bacchelli
SAN GIOVANNI ROTONDO
«Nel 1949 andai ad una messa celebrata da Padre Pio in Italia, nella penisola del
Gargano. Vi andai per curiosità. Avevo sentito parlare delle sue stimmate.»
da "Quelle due fotografie di Padre Pio" di Graham Greene (da un'intervista di
John Cornwell pubblicata su L'Espresso del 19 novembre 1989)
SAN SEVERO
«La domus Bellovideri non era altro che quello che per secoli è stato considerato il
"castello" di San Severo. Di questa costruzione, come delle mura urbane che ne
iglobarono i resti, sopravvivono ancor oggi avanzi in grado di interessare chiunque si sia
liberato della concezione monumentale dell'archeologia e la intenda invece come strumento
di lettura dell'ambiente territoriale.»
da "Bellumvidere" di Nino Casiglio
TORREMAGGIORE
«A metà strada tra Lucera e San Severo, sono le rovine di Castel Fiorentino, il
castello di villeggiatura dove, il 13 dicembre 1250, morì Federico II. Scoraggiato dalle
sconfitte subite in Germania e nel nord d'Italia, ma soprattutto dalla notizia della
prigionia del figlio Enzo (...)»
di Francois Lenormat (1859)
VIESTE
«Da Vieste a Manfredonia la strada sale e scende tra foresta d'ombra e orizzonti di
luce, in una solitudine quasi assoluta rotta ogni tanto dalla presenza di un boscaiolo o
dallo strombettare di una vecchia macchina di funzionari.»
da "Ex-Voto"
di Alfonso Gatto (1962)
GARGANO
«Il Gargano mi piace. È così silenzioso o, meglio, è così solitario. Non una terra
abbandonata ma una tera ancora da scoprire. Strade sempre in curva sfiorano pendii pieni
di olivi contorti scuri e risucchiati come le mani dello zio Rigo; e il verde scuro, quel
verde scuro, ha una solennità da poema greco, intimorisce.»
da "Gargano Sessantuno"
di Roberto Roversi (1961)
ISOLE TREMITI
«Da Rodi vedevo l'arcipelago delle Tremiti stagliarsi sull'orizzonte del mare e non
potevo resistere alla tenatazione di recarmici per guardare da vicino le isole che, col
Gargano e il Tavoliere, un tempo hanno dato vita al regno fantastico di Diomede.»
di Émile Bertaux
(17 giugno 1899)
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