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Apricena, il cui nome originario pare fosse "Procina" derivante da "porcile", fu uno dei luoghi di Capitanata tra i favoriti dell'imperatore Federico II di Svevia. Per merito del "Puer Apuliae", che era solito cacciare e soggiornare in questo ameno sito, il nome fu mutato in "Apricena", da "aper" (cinghiale), in riferimento a una lauta cena a base di cinghiale organizzata in suo onore; la data dello storico evento che decretò la nascita del paese è riferibile al 1225. Apricena ha però origini più antiche; sin dall'VIII secolo, infatti, fu dimora di Schiavoni ed Albanesi. La città fu anche colonia di mercenari saraceni, fedeli sudditi di Federico II, che concesse loro particolari privilegi. Nel 1304 Apricena divenne feudo del vescovo di Lucera; contesa da Aragonesi, Francesi e Spagnoli, passò di signoria in signoria fino a quando, con la proclamazione del regno d'Italia, ottenne l'indipendenza. Numerose
tracce del passato sono state cancellate dai frequenti terremoti che nei
secoli hanno scosso l'intera zona. Sopravvive tuttavia il Palazzo Baronale
che ha incorporato al suo interno i resti del Casale eretto per Federico
II. Da visitare è anche la chiesa parrocchiale che custodisce al suo interno
un rilievo in pietra di epoca tardo-romana riproducente una Madonna col
Bambino. Interessanti appaiono inoltre i ruderi di Castel Pagano, antica
rocca saracena situata nei pressi della città. DATI |
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Data Ultima Modifica: 04-07-2000
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