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Faeto (
820 m. s.l.m.). La sua ricchezza è costituita dai boschi
che la circondano e dal magnifico panorama che si ammira dal suo belvedere. Oggi
l'obiettivo è proprio quello di valorizzare questa enorme e preziosa risorsa che attira
turisti e naturalisti da ogni parte. Già da alcuni anni infatti molti turisti tendono a
stabilirsi a Faeto durante i mesi estivi e le vacanze invernali per ritemprare il corpo e
lo spirito. Oltre alla possibilità di effettuare passeggiate ed escursioni nei boschi
Faeto è rinomata anche per la produzione di un ottimo prosciutto e ogni anno, il 4
agosto, vi si svolge una sagra nota a livello regionale. Un elemento peculiare per la
comunità di Faeto è la lingua franco-provenzale, ancora oggi in uso. Introdotta nel 1600
dai soldati francesi, di stanza nei pressi dell'Abbazia benedettina di Salvatore de
Faiti - da cui con ogni probabilità deriva il nome del paese - l'antica "langue
d'Oil" si è conservata negli anni fondendosi con il dialetto locale. Prima della
presenza francese Faeto apparteneva alla diocesi di Troia e poi, nel 1440, insieme a
Castelluccio Valmaggiore e a Celle San Vito, fece parte della baronia di Valmaggiore. Di
interesse storico la Chiesa Madre del Santissimo Salvatore e alcuni pregevoli
portali di palazzi privati. Dal suo belvedere è possibile ammirare parte del Tavoliere e,
quando la giornata lo consente, spaziare fino al mare di Manfredonia. DATI |
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Data Ultima Modifica: 04-07-2000
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